Comitato Regionale

Emilia-Romagna

La montagna che cammina

L'incrocio tra il tempo e i sogni nella vicenda di Primo Carnera, pugile italiano campione del mondo nel 1933. Recensione al fumetto "Carnera. La montagna che cammina" di Davide Toffolo

New York: la tavola che apre la graphic novel "Carnera"di Vittorio Martone


È UNO strano flusso temporale - un paradosso pari a "una montagna che cammina" - quello a cui si viene esposti quando si legge di Primo Carnera nel graphic novel di Davide Toffolo (Carnera. La montagna che cammina. Coconino Press. Bologna, 2012. pp. 160 - € 16). Tra flashback e parti oniriche il fumetto racconta, a partire dal febbraio 1933, la storia del pugile italiano che in quell'anno diventa campione del mondo, al termine di un incontro durato sei riprese contro Jack Sharkey e disputato il 29 giugno al Madison Square Garden di New York (e descritto nel libro in quattro bellissime tavole a doppia pagina). L'edizione di cui parliamo qui, pubblicata appunto nel 2012, è un aggiornamento delle precedenti due (del 2001 e 2006) che si differenzia però per un particolare stilistico. "Mentre ingenuo disegnavo e scrivevo questo romanzo a fumetti nella mia casa di Pordenone - scrive l'autore nella prefazione all'ultima ristampa -, immaginavo che mi avrebbe portato dall'altra parte dell'oceano, in America, il Paese del sogno. E così è stato [...]. L'idea di aggiungere un secondo colore a questa edizione mi è venuta nei giorni che sono stato a New York, nell'agosto del 2006. Il giallo dorato che vedevo sulla città mi accese una visione per il mio 'vecchio lavoro'. In questa città, dove la percezione di quello che capiterà nel mondo arriva in anticipo [...]".

Il combattimento di Carnera contro Sharkey per il titolo mondialeE infatti l'edizione 2012 si ritrova arricchita di molte tavole virate in giallo, con un effetto puntinato che amplifica l'atmosfera anni Trenta che impregna la vicenda di Carnera. Nato nel 1906 a Sequals, in provincia di Pordenone, questo pugile italiano debuttò come professionista nel 1928 e nel 1933, oltre al già citato titolo mondiale, divenne anche campione d'Italia. Prima di iniziare la carriera sportiva era emigrato in Francia per lavorare come carpentiere; lì si sarebbe avvicinato al circo, ottenendo un ingaggio proprio per la sua enorme stazza fisica. Una mole che negli Stati Uniti, ormai da pugile affermato, gli valse il soprannome di "The walking Alp". Carnera combatté fino al 1946 per poi tornare allo spettacolo ed esibirsi come lottatore di catch wrestling, fino al 1962, e come attore. Poi, il rientro a Sequals, dove morì nel 1967.

Gli esercizi nelle smorfie di cattiveria e il sorriso "contagioso" di CarneraLa sua storia ebbe un impatto mediatico molto forte sull'immaginario del tempo e l'opera di Toffolo non manca di sottolinearlo, ricordando come la stessa nascita del fumetto "Superman" sarebbe stata ispirata da Carnera oppure mostrando, in una scena che ha per protagonisti due bambini che hanno le sembianze di un Tom Sawyer e un Huckleberry Finn, come uno di loro giochi a imitare il campione (in maniera non diversa dal nonno di Toffolo stesso, come ci viene rivelato nella prefazione). Inoltre il campione friulano (che non ha mai nascosto la sua fede fascista) dal fascismo fu anche utilizzato in chiave propagandistica - aspetto storico solo accennato nel fumetto -, come dimostrato anche dai fasti che il Duce riservò a Carnera in occasione del suo incontro contro Paulino il 22 ottobre 1933 a Roma, in una piazza di Siena trasformata in uno stadio per 65.000 persone.

Un sogno di CarneraSe il legame con il fascismo non è eccessivamente approfondito, ampio spazio ha invece la dimensione mediatica e spettacolare di Carnera, che inevitabilmente chiama in gioco il tempo. Tutte le cose spettacolari stanno dentro e fuori dal loro tempo: riempiono di sé la contingenza per poi abbandonarla e distendersi su un arco più lungo. E la vita del campione di Sequals - friulano come Toffolo e come l'altro corregionale cui questo artista poliedrico ha dedicato un romanzo a fumetti, ovvero Pasolini (la prima edizione è del 2002 ed è pubblicata dalla Coconino Press, casa editrice che si distingue peraltro per una politica di prezzi molto accessibili) - rispecchia perfettamente questo schema. Non a caso, nel modo elegante in cui Toffolo narra di Carnera, il rapporto con il tempo, i sogni e i ricordi (quelli individuali e quelli collettivi) diventa centrale, predominante. Nella prefazione l'autore dice di essere stato colpito dal "sorriso generoso di eroe buono" di Carnera, caratterizzato da una forza visiva "entrata (come la massa, ndr) prepotentemente all'interno della comunicazione novecentesca". L'artificio delle tavole virate gioca molto sull'impatto comunicativo di questa "montagna umana". Quell'effetto porta automaticamente il lettore in una dimensione passata, quella degli anni Trenta. Ma i pezzi di vita di Carnera raccontati in queste tavole sono invece il suo presente - in alcuni casi i suoi sogni. Il tempo del lettore e quello del protagonista, inizialmente distinti in futuro e passato, con la lettura si trasformano e l'ordine cronologico si perde. Ci si ritrova trasportati nel presente di questo campione, nella sua storia il cui esito conosciamo già, nel suo irradiarsi che ricorda il "mito" (che rischio a usare questo termine). Ma alla fine si ricorda il punto di partenza, New York, che, come detto, è città anticipatrice.

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